Una rivoluzione importante nel campo della psicologia e della psicobiologia è stata rappresentata dalla scoperta dei cosiddetti neuroni specchio. Questi ultimi sono quelle cellule cerebrali che svolgono una funzione importante nell’imitazione delle azioni. In pratica quando un soggetto vede qualcuno compiere una determinata azione, se si attivano questi neuroni, soprattutto in seguito ad un coinvolgimento empatico, sarà portato ad imitare l’azione stessa.

I neuroni specchio sono considerati fondamentali proprio per la caratteristica dell’empatia e vengono considerati uno degli strumenti essenziali dell’apprendimento. In questo nostro voler cercare relazioni tra il mondo della tecnologia da un lato e il mondo della psicologia e delle neuroscienze dall’altro, è possibile pensare ai sensori delle fotocamere come a dei moderni e contemporanei neuroni specchio.

Avete mai pensato al fatto che anche i sensori delle fotocamere favoriscono l’imitazione? Basti pensare ai selfie che ormai sono entrati a far parte del nostro sentire comune. I sensori delle fotocamere agiscono come dei neuroni specchio hi-tech che promuovono l’imitazione di se stessi, la raffigurazione e la trasposizione dell’immagine in una dimensione da scattare e da immortalare.

Un po’ la stessa funzione che si può attribuire alle cellule cerebrali che si occupano di “fotografare” una situazione empatica e stimolare il coinvolgimento dell’individuo. D’altronde non si può non pensare al fatto che i neuroni specchio agiscano come dei veri e propri sensori che captano le situazioni coinvolgenti e favoriscono l’auto apprendimento.

Insomma, i neuroni specchio è come se scattassero dei selfie, mettendo in risalto l’immagine della persona in determinate circostanze che vale la pena prendere in considerazione.

Chissà se in un prossimo futuro non si arriverà alla costruzione di macchine in grado di “sentire” a livello tecnologico come gli esseri umani e capaci di essere progettate secondo gli schemi che il cervello suggerisce agli stessi esperti.

C’è davvero una grande differenza tra la macchina cerebrale umana e quelle tecnologiche che l’uomo è stato in grado di costruire? Lo approfondiremo anche negli altri appuntamenti con la nostra rubrica Psicoweb.