Secondo quanto riportato da Facebook, dietro il più grande furto di dati mai registrato presso la società di social media non c’era uno Stato, ma una comunità di spammer che cercava di guadagnare più denaro possibile da questa azione “pirata”. Lo rivela l’edizione di mercoledì del Wall Street Journal.

Le persone che hanno eseguito l’attacco hacker erano un gruppo di spammer di Facebook e Instagram che si presentavano come una società di marketing digitale, e le cui attività erano precedentemente note al team di sicurezza di Facebook: indiscrezioni riportate nel dettaglio dalla testata, che cita anche delle fonti che sono a conoscenza dell’indagine interna della società.

La scorsa settimana, Facebook ha affermato che gli hacker hanno rubato dati da 29 milioni di account Facebook utilizzando un programma automatico. Il colosso di Mark Zuckerberg ha inoltre aggiunto che il furto di dati ha colpito meno dei 50 milioni di profili inizialmente riportati. Facebook, inoltre, ha rivelato all’agenzia di stampa Reuters che sta cooperando con il Federal Bureau of Investigation su questo argomento.

La violazione ha lasciato gli utenti più vulnerabili agli attacchi mirati di phishing e di certo non fa che aumentare le difficoltà di Facebook, che ha già avuto a che fare con lo scandalo Cambridge Analitica (che ha scatenato un mare di polemiche) e con altri attacchi.

Il social network più famoso al mondo ha rivelato al mondo la violazione verso la fine del mese di settembre. In seguito a questo, Facebook ha dichiarato di aver risolto il problema nel giro di qualche giorno.