Clubhouse

Sono in tanti a parlare di Clubhouse in questi giorni, facendo riferimento ad un nuovo social network che, nonostante sia ancora riservato ad alcuni iscritti, fa discutere. Stiamo parlando di un nuovo servizio che basa il suo funzionamento sulle parole. Non su quelle scritte, come siamo abituati ad osservare e a sperimentare sulle consuete piattaforme social, ma su quelle che costituiscono i dialoghi.

Un social network basato sulla voce

Clubhouse si basa quindi essenzialmente sulla voce, perché dà la possibilità agli utenti di interagire tramite l’audio. Non è possibile, a differenza di altri portali social che tutti conosciamo, aggiungere testo, condividere link o inserire immagini o video. Tutto si basa su una comunicazione incentrata sulla voce. È possibile comunque non intervenire, ma soltanto ascoltare ciò che viene detto da altre persone.

Il social network Clubhouse è nato lo scorso anno, per mezzo della start up di San Francisco Alpha Exploration. Nel corso del tempo si è parlato sempre di più di questo fenomeno social, considerando che diverse personalità note, soprattutto americane, hanno iniziato ad utilizzarlo.

Attualmente il social network è disponibile esclusivamente attraverso un’applicazione per dispositivi con sistema iOS. Al momento si tratta di un social riservato, con accesso disponibile solo su invito. È possibile comunque riservarsi la possibilità di utilizzare un nickname.

Come funziona Clubhouse

Il nuovo social network, di cui tutti stanno parlando in questi giorni, è suddiviso in diverse stanze, chiamate appunto room. È possibile accedere alle stanze già create oppure metterne a punto altre. Le room hanno tre livelli di accesso.

Si possono creare stanze Open, che consentono l’ingresso libero a tutti, Social, per permettere l’accesso alle persone che si seguono, e Closed, delle aree completamente private con accesso solo su invito personale di chi ha creato la stanza.

Su Clubhouse è possibile esclusivamente parlare o ascoltare altre persone che parlano. È presente la figura del moderatore, che può decidere chi può parlare all’interno della stanza. È possibile inoltre fare riferimento ad una specifica funzione per “alzare la mano”, in modo da chiedere di avere la possibilità di parlare, con educazione.