Summit si distingue per una potenza 8 volte superiore al suo predecessore, il cosiddetto Titan. Inoltre rispetto a questo ha un’efficienza energetica 5 volte maggiore. Attualmente il supercomputer statunitense viene sottoposto a dei test, anche se ancora non sono stati diffusi i risultati ottenuti.
Sappiamo però che Summit, per fare un esempio e per renderci conto meglio della sua intelligenza, è in grado di risolvere in una sola ora un problema che un computer tradizionale risolverebbe soltanto nel giro di 30 anni.
Piuttosto ingenti sono anche le dimensioni fisiche di questo supercomputer, che occuperebbe la superficie corrispondente a quella di due campi da tennis messi assieme. Il sistema si avvale di più di 10 petabyte di memoria.
Sfrutta l’energia richiesta per alimentare 8.100 abitazioni e si avvale di 185 miglia di cavi in fibra ottica. L’intenzione è quella di utilizzare il supercomputer statunitense nella ricerca, soprattutto per quanto riguarda l’ambito della fusione, le fonti di energia alternative, gli studi sul clima e in ambito chimico.
L’obiettivo è quello di ampliare i campi di applicazione, infatti si parla anche di analisi di dati sanitari. I ricercatori del dipartimento dell’energia degli Stati Uniti stanno anche lavorando ad una sorta di versione ridotta di Summit, che si chiama Sierra, che molto probabilmente sarà in uso già a partire da quest’anno.