La costellazione di Alfa Centauri, collocata a circa 4,3 anni luce di distanza, è considerata la stella più vicina alla Terra dopo il Sole. Secondo alcune analisi, questo sistema triplo starebbe gradualmente accorciando le distanze, tanto che gli scienziati prevedono il suo massimo avvicinamento tra circa 28.000 anni.
In base a uno studio ancora in fase di valutazione, Alfa Centauri proietterebbe una notevole quantità di detriti che potrebbero già aver raggiunto le regioni periferiche del nostro Sistema solare. Se tale ipotesi fosse confermata, questi frammenti di origine esterna si troverebbero nella Nube di Oort, un vasto insieme di comete ai confini estremi dell’area dominata dal Sole.
Alfa Centauri e la rotta verso di noi
Gli studiosi ritengono che Alfa Centauri si stia spostando nella nostra direzione da molto tempo, un processo non percepibile nel corso di una singola vita umana, ma rilevante su scala cosmica. Con il passare dei millenni, la distanza che ci separa da questo insieme stellare dovrebbe raggiungere un valore minimo, permettendo potenzialmente scambi di materiale tra il nostro sistema e quello di Alfa Centauri.
Le simulazioni dei ricercatori della University of Western Ontario suggeriscono che questo scambio risulti già in atto: la presenza di asteroidi, polveri e particelle varie non è considerata trascurabile.
I calcoli indicano che la destabilizzazione orbitale, prodotta dall’influenza gravitazionale delle stelle e dei pianeti interni ad Alfa Centauri, sarebbe in grado di “spingere” oggetti minori verso l’esterno. Il risultato finale sarebbe una dispersione di frammenti che, con il passare di migliaia di anni, potrebbero penetrare in altri sistemi stellari, compreso il nostro.
La Nube di Oort e i frammenti esterni
Gli autori dello studio, analizzando la velocità con cui Alfa Centauri potrebbe espellere materiale, ipotizzano che già oggi un milione di piccoli corpi superiori a 100 metri di diametro si trovino nella Nube di Oort. Nei prossimi millenni, con l’arrivo del punto di massimo avvicinamento, le quantità potrebbero crescere ulteriormente. Si calcola tuttavia che la probabilità di individuare un singolo frammento in avvicinamento al Sole non superi una su un milione.
Ciononostante, gli studiosi ritengono che queste simulazioni offriranno spunti interessanti qualora in futuro si osservassero asteroidi con velocità e traiettorie particolari. Tali caratteristiche, combinate con tecniche di analisi avanzate, renderebbero plausibile attribuire la loro origine ad Alfa Centauri.
Tracce di un sistema vicino
I ricercatori canadesi hanno evidenziato che un avvistamento di corpi in arrivo da Alfa Centauri equivarrebbe a ricevere un “campione gratuito” da un altro sistema. Invece di progettare sonde interstellari, ci troveremmo di fronte a oggetti che viaggiano spontaneamente verso di noi, offrendo una rara occasione di studio sul campo.
Le analisi di queste formazioni permetterebbero di confrontare la composizione chimica di due diverse regioni galattiche e di approfondire le modalità attraverso cui i sistemi planetari si influenzano reciprocamente. Le previsioni degli studiosi sono prudenti, ma il potenziale di questa ricerca appare particolarmente intrigante per chi si occupa di astronomia e astrofisica.