La Cina ha violato un accordo con gli Stati Uniti volto a fermare lo spionaggio informatico attraverso l’hacking di dati governativi e societari. A riferirlo è un alto funzionario dell’intelligence statunitense, Rob Joyce, che ha risposto senza mezzi termini alla domanda se la Cina stia violando l’accordo del 2015 tra il presidente Barack Obama e il presidente cinese Xi Jinping: “Sì, penso lo stiano facendo”, ha detto Joyce, che ha poi aggiunto che la quantità e il numero di attacchi sono diminuiti “notevolmente” dopo l’accordo tra le due superpotenze.

Tuttavia, a detta del funzionario dell’intelligence USA, la Cina non starebbe più rispettando gli accordi. Nel settembre 2015, Obama annunciò di aver raggiunto una “comune intesa” con il presidente cinese Xi per frenare lo spionaggio informatico economico. Allo stesso tempo, l’allora presidente USA minacciò di imporre sanzioni agli hacker cinesi che avrebbero proseguito nel commettere crimini informatici.

I due leader affermarono di essere d’accordo sul fatto che nessuno dei due governi avrebbe supportato consapevolmente il furto di segreti aziendali o informazioni commerciali.

Tuttavia, nel corso del tempo si sono verificati episodi che hanno fatto scattare l’allarme, come ad esempio il grosso “attacco” avvenuto quest’anno all’ufficio del personale del governo federale degli Stati Uniti, che ha compromesso i dati di oltre 20 milioni di persone. I funzionari statunitensi hanno rintracciato l’origine dell’attacco in Cina, ma non hanno detto se ritengono che il governo cinese sia responsabile.

Gli Stati Uniti e la Cina terranno venerdì un dialogo sulla sicurezza di alto livello, in attesa di un incontro programmato tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi al vertice del “Gruppo dei 20” che si terrà in Argentina alla fine di novembre.