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Android si riavvia da solo: allo studio una nuova funzione di sicurezza

By Simona Flavia Naccarato
Last updated: 1 Aprile 2025
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Android sicurezza

Il settore dei sistemi operativi per dispositivi mobili continua a cambiare. Gli sviluppatori cercano soluzioni sempre più sofisticate per proteggere gli utenti, in particolare chi gestisce informazioni delicate. Adesso è emersa l’indiscrezione che Android 16 potrebbe incorporare un meccanismo di sicurezza già visto su alcune piattaforme concorrenti, allo scopo di incrementare il livello di difesa dei dati.

L’idea si baserebbe sul riavvio del device dopo un lungo periodo di blocco, procedimento concepito per ostacolare l’accesso non autorizzato a memorie protette. Come potrebbe funzionare questa novità? Da dove vengono le informazioni trapelate? E perché esperti e operatori di settore stanno mostrando curiosità verso la scelta di Google?

La possibile introduzione di un riavvio automatico in Android 16

Secondo alcune ricerche condotte da testate specializzate, l’aggiornamento a una futura versione di Android dovrebbe comprendere una funzionalità che riavvia in automatico il terminale quando risulta bloccato per un periodo prolungato, presumibilmente tre giorni consecutivi.

Nel codice dell’app Google Play Services 25.11.34, sono state trovate righe che indicherebbero proprio questa azione, legata alla protezione degli account che appartengono a chi necessita di difese aggiuntive.

Gli esperti, analizzando questi riferimenti testuali, hanno segnalato la presenza del prefisso “AAPM”. Questa sigla è legata all’Android Advanced Protection Mode, programma attivo già dal 2017 e rivolto a figure che potrebbero essere esposte a rischi, come giornalisti e operatori di organizzazioni sensibili.

Come è stata individuata la nuova funzione

La scoperta deriva da un’operazione di “teardown” compiuta su Google Play Services. Durante lo studio del codice, alcuni specialisti hanno notato istruzioni in cui si ipotizza l’avvio di una procedura di riavvio se il telefono resta inattivo oltre la soglia stabilita. Questa interpretazione trova conferme nel fatto che, in altre piattaforme, è già stata adottata una logica simile.

Chi ha visionato i file, riferisce che la stringa localizzata contiene un riferimento specifico a un reset in caso di blocco prolungato. Anche se il dettaglio non è stato annunciato ufficialmente, la scoperta della sigla “AAPM” rafforza l’idea che l’intera struttura faccia parte di un ambiente di sicurezza più ampio, pensato per scoraggiare tentativi di accesso fraudolenti.

Il programma di protezione avanzata di Google

L’Android Advanced Protection Mode fu introdotto per salvaguardare chi gestisce dati sensibili, come responsabili IT e persone che operano in contesti a rischio. L’obiettivo è complicare la vita a soggetti con intenzioni ostili.

Se il dispositivo non viene sbloccato per tre giorni, il sistema passa da AFU (After First Unlock) a BFU (Before First Unlock). In questo stadio, le chiavi crittografiche restano inaccessibili e rendono il recupero di informazioni molto difficile per eventuali malintenzionati.

Questo concetto si basa sull’idea che un telefono inutilizzato da più di 72 ore possa trovarsi in condizioni di pericolo, ad esempio sottratto o dimenticato. Avviando un reset, il sistema limita le possibilità di violazione, poiché riduce la finestra di tempo utile per estrarre elementi che si trovano in memoria.

Funzioni simili su altre piattaforme

Meccanismi analoghi sono già in uso altrove. GrapheneOS, variante focalizzata sulla protezione della privacy, offre da tempo un riavvio programmabile, con intervalli personalizzabili, persino di 18 ore. Inoltre, la società di Cupertino, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe inserito in una release di iOS una tecnologia paragonabile, rivelata in modo non troppo evidente.

Chi lavora nell’ambito dell’analisi forense ha riferito che, in alcuni casi, iPhone si sarebbe riavviato improvvisamente dopo un blocco prolungato, limitando di fatto l’accesso a file o contenuti importanti per indagini in corso. Ciò dimostra come la scelta di inserire un riavvio automatico non rappresenti una novità assoluta, ma costituisca una strategia già adottata per ostacolare interferenze non autorizzate.

Perché il riavvio automatico desta interesse

Gli osservatori ritengono che un simile strumento crei uno scenario più sicuro. La prospettiva di vederlo introdotto anche su Android 16 sta alimentando conversazioni su come l’ecosistema del robottino verde possa diventare un riferimento per chi desidera tutelare informazioni confidenziali.

Gli sviluppatori di Google, a quanto sembra, puntano a offrire una difesa aggiuntiva con procedure automatiche capaci di incrementare la salvaguardia di dati sensibili. Per gli utenti, questo si traduce in un livello di tranquillità superiore, specialmente se gestiscono dispositivi professionali. E, considerando l’elevato numero di smartphone Android esistenti, l’eventuale implementazione di questa caratteristica potrebbe avere un impatto notevole.

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